Archivio Angelo Morbelli

Con oltre mille immagini tra disegni e dipinti, lettere e fotografie, l’Archivio Angelo Morbelli intende promuovere la pubblicazione del Catalogo ragionato dell’opera di uno dei massimi protagonisti della pittura europea del XIX secolo, ponendosi come primo obiettivo quello di organizzare e aggiornare tutto il materiale raccolto in oltre trent’anni di ricerche.

Il comitato scientifico, composto da Giovanni Anzani, tra i più autorevoli esperti di Divisionismo, che ha dedicato parte della sua carriera allo studio del pittore, ed Elisabetta Chiodini, storica dell’arte specializzata in pittura italiana dell’800, è affiancato da Angelo Enrico e Francesco Luigi Maspes, galleristi milanesi che con passione promuovono da anni la pittura dell’800 con importanti mostre e pubblicazioni.

ARCHIVIO ANGELO MORBELLI
Via Senato, 45 - 20121 Milano

angelomorbelli@gmail.com

T 02 863 885

Clicca qui per inviare il tuo materiale

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Catalogo ragionato delle opere

L’Archivio Angelo Morbelli invita i collezionisti delle opere di Angelo Morbelli a fornire informazioni e immagini dei dipinti di loro proprietà, per aggiornare e incrementare il materiale fin qui raccolto e procedere alla pubblicazione del Catalogo ragionato.

L’Archivazione è gratuita e si garantiscono massima riservatezza e anonimato.

Biografia

Angelo Morbelli

(1853 - 1919)

Angelo Morbelli nasce il 18 luglio 1853 ad Alessandria, figlio di Giovanni, proprietario terriero originario di Casale Monferrato, località dove la famiglia Morbelli, proveniente da Rivalta Bormida, si era trasferita fin dalla metà del Settecento, e di Giovannina Ferraris.
Abbandonato in giovanissima età lo studio del flauto - Angelo aveva dimostrato una spiccata attitudine per la musica, ma a causa di una mastoidite, cagione di una lenta e progressiva perdita dell’udito, avrebbe dovuto rinunciarvi - è avviato dai genitori allo studio del disegno e della pittura presso un artista locale.
Nel 1867 una borsa di studio ottenuta dal Comune di Alessandria gli consente di trasferirsi a Milano e di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Brera.
A Brera, dove la sua presenza è documentata dal 1867 al 1876, segue l’intero iter di studi, dai corsi propedeutici di disegno di anatomia, di ornato e di disegno di elementi di figura, a quelli specialistici, diventando allievo di alcuni dei più valenti professori dell’Accademia braidense - Giuseppe Bertini, titolare della cattedra della Scuola di Pittura, di Luigi Bisi, docente alla Scuola di Prospettiva, di Luigi Riccardi, professore alla Scuola di Paesaggio - e compagno di studi di Francesco Filippini, Eugenio Gignous, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Cesare Tallone, Achille Tominetti, Emilio Longoni e Giovanni Sottocornola.
Tra le affermazioni di merito degli anni di studio si segnalano una menzione onorevole per la copia del busto nella Scuola di disegno e di figura (1870); due medaglie di bronzo alla Scuola di paesaggio (1871-1872); una medaglia d'argento per la copia della statua nella Scuola di disegno e di figura (1872), medaglia riconfermata a conclusione del triennio di studi (1873); una medaglia d'argento per la copia di un monumento nell’ambito dei corsi della Scuola di prospettiva (1872) ed una menzione onorevole della Scuola di nudo (1873).
Nel 1874, ancora allievo di Giuseppe Bertini, fa il suo esordio sulla scena artistica milanese presentando Interno del coro del monastero Maggiore in Milano.
Nel 1879 con Lezione meritata e Sito remoto del giardino, esordisce alla mostra della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, dove esporrà più volte nel corso degli anni nel 1882, 1889, 1890, 1891, 1892, 1896, 1912, 1913 ed ancora nel 1919.
Nel 1880 presenta a Brera una grande tela ispirata agli ultimi momenti della vita di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), il Goethe morente (Alessandria, Pinacoteca Civica; donato dall'artista alla città di Alessandria in segno di riconoscenza nel 1893), opera di sicuro impianto e grande abilità compositiva, ancora, strettamente legata agli insegnamenti accademici e al gusto romantico-letterario, gusto da cui il pittore tuttavia si allontanerà presto preferendo avvicinarsi a soggetti di schietta ispirazione verista, legati alla realtà quotidiana sia del mondo urbano che di quello rurale.
Tra questi lavori si ricordano Giorni…ultimi! (Milano, Civica Galleria d'Arte Moderna), tra le prime opere ambientate al Pio Albergo Trivulzio, presentato a Brera nel 1883 e vincitore in quell’occasione del Premio Fumagalli - la tela nel 1889 vincerà la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi -; Il viatico al compagno moribondo (Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna), esposto nel 1884 insieme ad Asfissia! (Torino, Galleria Civica d’arte Moderna e contemporanea); la prima redazione di Venduta (collezione privata) datata 1884, della quale Morbelli eseguirà altre due versioni, la prima esposta alla mostra di Londra del 1888 con il titolo A Pall-Mall Gazette Subject (Milano, Civica Galleria d’arte Moderna), la seconda (collezione privata) presentata nel 1897 in occasione della seconda biennale veneziana; ed ancora Riposo generale (collezione privata), del 1885; Visita alla stalla (collezione privata), presentato a Brera nel 1886 ed acquistato nel corso della medesima rassegna dalla Galleria Alberto Grubicy.
Ai primi anni ottanta risale il suo matrimonio con la giovanissima Maria Pagani, donna con la quale vivrà per il resto della vita, musa ispiratrice di diverse opere e più volte ritratta insieme ai figli sia nell’ambiente domestico della casa milanese che nel giardino di Villa Maria, alla Colma di Rosignano Monferrato, la residenza estiva della famiglia Morbelli.
Nel 1890 espone per la prima volta a Roma presso la Società Amatori e Cultori di Roma (dove esporrà anche nel 1895 e con regolarità dal 1906 al 1917) e si presenta con il già citato Il viatico al compagno moribondo, dipinto cui è conferita la medaglia d’oro e che viene acquistato dal Comune di Roma.
In occasione della Prima Triennale di Brera del 1891 Morbelli propone due lavori che saranno ricordati come i primi esempi di applicazione del divisionismo: Un consiglio del nonno, meglio conosciuto come Parlatorio del Pio Albergo Trivulzio (Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria) ed Alba Barcellona (Museu Nacional d’Art de Catalunya)
Da questo momento in poi Morbelli si dedicherà con rigore scientifico allo studio e all’applicazione della tecnica divisionista che approfondirà attraverso la lettura dei più aggiornati trattati di ottica, di fisica e di chimica, non tralasciando, mai, di affiancare tali studi a puntuali osservazioni sul vero.
Ai medesimi anni risalgono i rapporti professionali e l’amicizia con Giuseppe Pellizza, rapporti sinceri e duraturi documentati da una fitta corrispondenza.
Tra il 1893 e il 1895 Morbelli è impegnato nell’esecuzione di uno dei suoi capolavori, Per ottanta centesimi! (Vercelli, Civico Museo Borgogna), dipinto ispirato al lavoro delle mondine in risaia, la cui elaborazione, come documentano gli scambi epistolari tra lui e il pittore di Volpedo, è stata lunga e problematica, proprio a causa delle difficoltà incontrate da Morbelli nell’applicazione della tecnica divisionista in un soggetto en plein air.
L’opera presentata alla Prima Biennale di Venezia del 1895, sarà ripresa ancora dall’artista che la considererà ultimata solo nel febbraio del 1896, poco prima di esporla alla Prima Triennale di Torino. La medesima tela nel 1897 sarà inviata a Dresda - insieme a S’avanza (Verona, Galleria d'Arte Moderna, Palazzo Forti) e a Giorno di Festa (Parigi, Musée d’Orsay) - dove sarà premiata con la medaglia d’oro.
La sempre viva esigenza di sperimentazione, lo condurrà negli anni ad affrontare ancora lo studio della luce e del colore - veri e propri protagonisti dei suoi dipinti - realizzando opere ambientate en plein air: si pensi alle innumerevoli “vedute” della campagna di Rosignano, ai paesaggi d’alta montagna, alle vedute lagunari, alcuni dei quali veri e propri capolavori.
Nel 1900, in occasione dell’Esposizione universale di Parigi, grazie al già citato Giorno di festa, Morbelli è insignito della medaglia d'oro e della massima onorificenza francese, la Legion d’Onore; il dipinto è acquistato dal Municipio della città per il Musée du Luxembourg.
Verso la fine del 1901, pienamente consapevole della maturità artistica raggiunta e desideroso di mettersi nuovamente alla prova sui soggetti del Pio Albergo Trivulzio, allestisce il proprio studio nei locali del ricovero per anziani, dove darà vita ad alcuni tra i suoi massimi capolavori in lingua divisa. Tra questi sia sufficiente citare le sei tele esposte nel 1903 alla V Mostra Internazionale della città di Venezia come Il poema della vecchiaia, vale a dire Vecchie calzette (collezione privata), Il Natale dei rimasti (Venezia, Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro), Siesta invernale (Alessandria, Pinacoteca civica), I due inverni (collezione privata), La sedia vuota (collezione privata), Mi ricordo quand’ero fanciulla (Tortona, Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona).
Due anni più tardi, ancora alla Biennale veneziana, espone Sogno e realtà (Milano, Fondazione Cariplo) e Le parche (collezione privata), opere che traggono ancora ispirazione dai vecchi ricoverati al Trivulzio, che testimoniano l’avvicinamento dell’autore alle suggestioni del simbolismo.
Nell'ultimo ventennio d'attività l’attenzione di Morbelli si rivolge per lo più al paesaggio, un paesaggio talvolta venato da un tenue simbolismo, come nel caso di Per sempre (collezione privata) del 1906, opera che sembra anticipare le atmosfere decadenti che caratterizzeranno le vedute lagunari degli anni dieci, quali Era già l’ora che volge al desio (collezione privata), del 1910, altre volte semplici vedute monferrine riprese dal giardino della propria abitazione alla Colma di Rosignano, come Angolo di Giardino (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea), del 1912, Bocche di leone (collezione privata), del 1915, o ancora Il capitello (collezione privata), esposto a Torino nel 1919.
Dal 1912, in forma di diario privato, inizia la stesura de La Via Crucis del Divisionismo in cui, fino al 1919, raccoglierà riflessioni sulla tecnica divisionista, commenti che definiscono la metodologia del proprio lavoro, citazioni di frasi e pensieri di artisti, scrittori e musicisti celebri.
Si spegne a Milano il 7 novembre 1919.